 
                  Gestire i conflitti nelle imprese? 
 Possibile ma non sempre facile.
            intervista 
Negoziare e gestire i conflitti in azienda può risultare molto 
complesso, soprattutto se chi si trova a coordinare questo tipo di 
rapporti, non tiene in considerazione i delicati equilibri e le numerose
 variabili in gioco.
Ne parliamo con Mauro Campani art-director 
dell’agenzia pubblicitaria OVOSTUDIO di Padova.
Risultati negativi di produttività aziendale possono essere imputati a problemi di cattiva comunicazione?
La
 comunicazione è tutto! Può risultare un po’ banale e di parte come 
risposta da uno che di mestiere fa il pubblicitario, ma essendo il 
successo aziendale una precisa responsabilità delle persone che 
compongono i reparti di progettazione, produzione, marketing, 
commerciale, eccetera, una cattiva comunicazione (in alcuni casi 
inesistente) può davvero risultare fatale per l’impresa.
Lavoro di squadra e dialogo aperto durante tutte le fasi progettuali quindi?
Ogni reparto dovrebbe poter interagire con gli altri, partecipando così 
alla definizione del processo strategico aziendale. Se per motivi 
professionali, o addirittura personali, il confronto costruttivo venisse
 a mancare, l’ossatura che costituisce questo processo lavorativo 
potrebbe pian piano perdere la propria consistenza e cominciare a 
sgretolarsi.
Ecco quanto è importante il dialogo. In questi casi risulta
 necessario un’intervento tempestivo e risolutore, al fine di evitare 
che una mancanza di comunicazione possa sfociare nel peggiore dei casi 
in un conflitto interno.
Qualche consiglio per chi solitamente si trova a dover gestire questo tipo situazioni?
Il metodo migliore per risolvere le situazioni conflittuali è 
prevenirle. Chiunque viva la quotidianità aziendale, non solo quindi chi
 possiede visione strategica e approccio trasversale come imprenditori e
 manager, è in grado di scorgere il manifestarsi di problemi all’interno
 del  proprio reparto, misurarli e pertanto prevenirli.
Le aziende più 
accorte sanno che ogni “figura interna” le rappresenta, dal responsabile
 marketing all’operatrice che risponde al telefono, e che ognuno di 
loro, oltre a contribuire alla comunicazione del marchio aziendale, può 
offrire valide opportunità di crescita.
So di ripetermi, ma la 
comunicazione è tutto. Mi permetto di aggiungere che anche migliorare la
 qualità della vita sul posto di lavoro non guasta.
Qual’è il vostro approccio quando vi capita di relazionarvi con aziende in cui sono presenti seri problemi di comunicazione?
Come agenzia pubblicitaria l’intervento che ci viene richiesto, breve o a
 lungo termine, prevede lo sviluppo di progetti di comunicazione atti a 
promuovere o a rafforzare la percezione della marca.
Spesso comunque la 
nostra presenza in azienda viene vissuta come un’opportunità di dialogo,
 quel dialogo che, per i motivi sopra citati, può venire a mancare tra i
 vari reparti. Una volta definito l’iter progettuale, l’obiettivo comune
 è ottenere i risultati richiesti dal cliente. Il coinvolgimento 
pertanto è quasi sempre totale e questo ci permette di alimentare, o in 
alcuni casi riaccendere, la fiamma della passione delle persone.
A 
beneficiarne infine è ovviamente l’azienda. A testimonianza di questo 
c’è l’ottimo lavoro svolto per molti clienti che si sono affidati a noi 
diversi anni fa e che continuano a credere e ad investire nel nostro 
operato.
 
     
  


 
       
      
