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L'innovazione tecnologica nella comunicazione

Siamo artigiani della comunicazione


Dalla réclame di fine Ottocento agli spazi digitali nella navigazione quotidiana attraverso gli smartphone, la comunicazione è cambiata in modo veloce e dinamico adattandosi a mode, tempi e situazioni storiche che hanno permesso la diffusione di linguaggi sempre più mirati e ricercati.

Cosa significa “comunicare” oggi? Comunicare è una forma d’arte innovativa sempre attenta alle esigenze mirate di un pubblico che è in perenne mutamento sia per gusti che per bisogni. L’ “artista-comunicatore” si fa portavoce di questi bisogni concretizzandoli in un’offerta corrispondente.

Come si comunica oggi? Le forme sono notevolmente cambiate nel corso di poco più di 100 anni: dai manifesti e le insegne autogestiti, alla nascita delle prime agenzie di pubblicità nei primi decenni del Novecento fino al boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta in cui pubblicità e arte si sono fuse assieme, anche grazie a precursori come Warhol. Dopo questa crescita continua ma graduale, il primo grande balzo con gli spot in televisione prima e con il web poi.

Il minuto di attenzione è già obsoleto e ora si parla di meno di 15 secondi.


Un artigiano della comunicazione.

Guidare le scelte del consumatore è il risultato di una divulgazione efficace e chi ha potuto vivere l’avvicendarsi della storia e dell’innovazione della comunicazione avrà sicuramente la netta percezione della velocità con cui si è evoluta.

Ciò che mi ha guidato sono state le perenni curiosità, ricerca, e passione oltre al desiderio di crescita e confronto in primis con se stessi: sono Mauro Campani, Manager e art director di OVOstudio e la mia storia, nato come figlio d’arte, continua tutt’oggi in un ambiente di lavoro che crede nella condivisione delle idee, nella ricerca e nello stimolo costante.

Accanto a mio padre ho potuto toccare con mano l’evoluzione della comunicazione e continuo a considerare l’art director un artigiano del lavoro comunicativo anche se oggi molti degli strumenti che si utilizzano sono diventati digitali; il lavoro non è cambiato e mi sento oggi più che mai un artigiano.

L’embrione della comunicazione è ancora nella creatività, generatrice di idee. Pagina per pagina cresce grazie all’impegno costante: si nutre di tempo ed energie.

L’artigiano dà forma all’idea combattendo stress, cambiamenti continui, ripensamenti, correzioni dell’ultimo minuto, errori… tutto questo per un risultato che soddisfi il cliente e che sia impattante sul consumatore.


Le nuove tecnologie contro lo "stress da catalogo"

Come lavora oggi un “artigiano della comunicazione”? L’innovazione tecnologica viene sicuramente in aiuto. Se ben gestita la tecnologia è di enorme supporto nella realizzazione del prodotto finale abbattendo in modo drastico tempi e costi.

Assieme ai vantaggi ci sono anche gli svantaggi e uno dei più importanti è il comunissimo “stress da catalogo”.

Sviste, errori, correzioni, cambi repentini, modifiche parziali o totali fanno parte del lavoro di cura e impaginazione di un catalogo e causano ansie e tensioni che si portano avanti insieme al lavoro da svolgere.

Nonostante esistano software testati, collaudati e personalizzabili che offrono auto impaginazione di listini, cataloghi, schede prodotti, manuali tecnici, offerte commerciali con capitolato, il lavoro non è diminuito ma solo ottimizzato.

I cataloghi, ad esempio, non sono più proposti in quattro lingue diverse ma vengono personalizzati e resi più professionali passando da finlandese a russo con un clic.

L’ottimizzazione sta nell’impostazione a monte per rendere autonomo il software stesso.

Le possibilità non finiscono qui: anche chi non sa impostare questi software può farlo fare da remoto. Ecco l’artigiano al tuo servizio direttamente dal suo ufficio, magari dall’altra parte del mondo. In questo sta la bellezza dell’innovazione tecnologica: semplificazione e connessione globale costante.

Nascono però dei dubbi: questa tecnologia è a discapito di posti di lavoro? Può un software rimpiazzare tre o quattro artigiani?

Per fortuna no. Ottimizzazione si traduce in data entry, in controllo, in esplorazione di nuove frontiere.

Sempre più spesso vengono richiesti configuratori: da cum e figurare, sono software che riescono a semplificare e descrivere i prodotti nelle loro singole parti permettendo di comporli in molteplici varianti. Con questi veri e propri esplosi di prodotto le offerte vengono ottimizzate e anche l’aspetto commerciale ne trae beneficio.

Nuovamente, questi software vanno “riempiti” e all’interno del processo di acquisizione dati spesso si trova una notevole quantità di informazioni da implementare anche nei cataloghi: disegni tecnici, dichiarazioni di conformità, layout personalizzati…il tutto, ovviamente, va sincronizzato ai gestionali.

La figura di “artigiano della comunicazione” è molto cambiata nel corso degli anni ma una costante è la necessità di mantenersi al passo con i tempi.

Si delegano sempre più mansioni alla tecnologia ma c’è ancora bisogno delle idee, della creatività dell’uomo e di un paziente lavoro di artigianato che spera di continuare a fare con la stessa passione ed empatia di chi mi ha insegnato.