La parola che passa.
Cosa sente, dice e pensa la gente.
intervista
Oggi le aziende che intendono comunicare efficacemente il proprio
marchio dispongono di una grande varietà di mezzi di comunicazione,
canali che utilizzano linguaggi diversi e che raggiungono target
differenti.
Uno scenario media in costante evoluzione tecnologica dove
risulta sempre più complicato muoversi con destrezza. Esiste però un
mezzo di comunicazione che si è affermato fin da quando il primo uomo
inventò il linguaggio parlato e che oggi si tende a dimenticare: il
passaparola.
Ne parliamo con Mauro Campani art-director
dell’agenzia pubblicitaria OVOSTUDIO di Padova.
Tra tutti i mezzi di comunicazione oggi disponibili, come si posiziona il “buon vecchio” passaparola?
Anche se a molti può risultare forzata come affermazione, il passaparola
oggi si posiziona ai vertici dei mezzi di comunicazione. Il 93% delle
persone ritiene che il passaparola sia il modo più affidabile per
ottenere informazioni su prodotti e servizi.
Nell’era dei mezzi di
comunicazione social-web i consumatori ripongono la massima fiducia in
altri consumatori. In sostanza siamo scettici sulle informazioni che
provengono direttamente dalle imprese e ci fidiamo di più delle persone
simili a noi.
Il mezzo di comunicazione “sociale” per eccellenza.
Esattamente. I social-web riproducono quello che è l’ambiente sociale
più comune, un luogo dove persone si aggregano, discutono e si scambiano
consigli. Per le aziende ascoltare ciò che le persone dicono online,
equivale a partecipare a uno sterminato focus group sempre attivo.
Se il
proprio brand, prodotto o servizio si diffonde grazie ai consigli e
alle opinioni dei consumatori, si può pensare di aver aumentato la
propria riconoscibilità e reputazione. Più persone che parlano ai propri
amici, familiari o conoscenti in modo positivo di un determinato
prodotto, può valere quanto una pianificazione ad alta rotazione su
media di stampo tradizionale.
È molto importante quindi la percezione che il consumatore ha del marchio?
Non c’è niente di peggio di un consumatore arrabbiato che attraverso il
web invita altri consumatori a non utilizzare un determinato prodotto.
In questo tipo di comunicazione, il cliente viene considerato come il
primo testimonial del marchio. Per far si che il suo messaggio sia
positivo è fondamentale che le sue aspettative e la sua esperienza come
consumatore non vengano mai deluse.
In questo senso il primo passo del
marketing del passaparola è ASCOLTARE. Scoprire quali argomenti del
proprio brand, prodotto o servizio, si prestano a diventare argomento di
conversazione e valutare tutte le opportunità per creare un “effetto
wow”.
Non è come acquistare uno spazio pubblicitario.
Si tratta di un percorso che l’azienda, per ridefinire l’immagine che
proietta sui propri consumatori, deve voler intraprendere. Il rapporto
azienda-cliente si gioca sull’interazione multicanale pertanto la scelta
dei media dev’essere effettuata in modo accurato, etico e coerente con
la vision aziendale, infine deve lasciare il segno e colpire il
consumatore affinchè quest’ultimo esprima commenti positivi a riguardo.
Il contenuto della pubblicità emerge costantemente nel passaparola.
Questo significa che quando la pubblicità offre ai clienti un contenuto
che possono comunicare ad altri, è in grado di aumentare il passaparola e
le vendite.
Per raggiungere questi scopi è importante lavorare senza
lasciarsi troppo influenzare da strategie puramente commerciali o
profondamente imprenditoriali.
Chi, come noi, si occupa di
comunicazione in questo modo vive tra le persone, ascolta e conosce a
fondo i loro bisogni, in relazione anche a periodi difficili come quello
attuale.