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Buona estate a tutti!

Quando si è bambini non si vede l’ora di diventare grandi.
Da un lato per la voglia irrefrenabile di essere indipendenti, di non dover sottostare alle regole dei genitori, di poter fare del proprio tempo ciò che si desidera, senza limitazioni se non quelle che noi stessi decidiamo di imporci. Dall’altro lato per la credenza che crescere voglia dire diventare abili in qualcosa. Il papà è un eroe perché forte e in grado di aggiustare i giocattoli, la mamma è un mito perché guarisce tutti i mali. La classica frase “da grande voglio fare…” nasconde tutta la voglia di un bambino di crescere per acquisire quelle competenze che lo porteranno un giorno ad essere qualcuno. In realtà, quel bambino non sa che tutto questo si tradurrà inevitabilmente nella perdita di altre capacità.

Per un’operazione quasi matematica, l’acquisizione delle abilità e delle caratteristiche che ci portano ad essere maturi e intelligenti uomini adulti
è automaticamente anche una perdita di quelle che giudicavamo stupide abilità infantili. Un esempio? Per essere in tema con il mese appena iniziato pensiamo a quando da piccoli, in riva al mare, costruivamo castelli di sabbia. La cosa più semplice del mondo, viene da pensare, ma non è così.

Il nostro io bambino sa quanto quest’operazione richiedesse arte, creatività e pazienza. L’arte stava nel non fermarsi alla superficialità. Sapevamo perfettamente che per trovare la sabbia migliore e ottenere un buon risultato bisognava non accontentarsi della superficie e… scavare, scavare, scavare. Ma non troppo. La sabbia troppo bagnata sarebbe stata fallimentare. Per non parlare della pazienza e della minuzia con la quale riempivamo il secchiello, senza tralasciare nessun angolo, riempendo tutti gli spazi con assoluta precisione, consapevoli che ogni aspetto non considerato nella fase “costruttiva” avrebbe seriamente compromesso il risultato finale. E terminata quest’operazione non era ancora concluso il lavoro. Una volta girato il secchiello su una superficie ritenuta affidabile, bisognava lasciare alla sabbia il tempo di sedimentarsi, di staccarsi dalle pareti del secchiello stesso per essere sicuri che una volta sfilato non ci fossero spiacevoli sorprese. Che quasi sempre, però, c’erano. E noi con assoluta calma e soprattutto con grande creatività eravamo in grado di tamponarle, per far sì che il nostro castello fosse invidiabile, perfetto in ogni dettaglio e che fosse nostro, che parlasse di noi.

Dietro ad uno dei giochi estivi più semplici e gettonati si nascondevano in realtà caratteristiche peculiari del nostro essere bambini che non con grande certezza ci saremmo poi riusciti a portare avanti da adulti. Basti pensare al nostro lavoro quotidiano. Anche oggi abbiamo la capacità di applicare quotidianamente la nostra arte alle cose che facciamo, anche a quelle magari meno stimolanti? Riusciamo a scavare in profondità di fronte ad un nuovo progetto, ricercando le basi migliori per farlo partire o presi dalla fretta del concludere e dalla frenesia tipica di questi giorni ci accontentiamo di ciò che troviamo in superficie? Siamo in grado di avere la giusta delicatezza, pazienza e attenzione per scoprire e far scoprire al mondo i nostri risultati o pretendiamo che i migliori vengano fuori dalla presunzione, dalla fretta e della mediocrità? Ma soprattutto, sappiamo ancora esprimere la nostra creatività, nella vita quotidiana, nei progetti personali e lavorativi o facciamo prevalere su di essa il profitto facile, lo stress, la banalità e l’appiattimento allo stile altrui?

Quando eravamo bambini, di fronte al castello magnifico realizzato alla perfezione dal nostro vicino di ombrellone eravamo in grado di farci un’autoanalisi e di comprendere dove avevamo sbagliato, in cosa avevamo peccato di superficialità. Ora riusciamo a farlo? O di fronte ai grandi risultati altrui sappiamo solo trovare un elemento per denigrare e per nascondere a noi stessi la nostra negligenza?

Non è facile! Quando sei bambino il tempo si ferma, nulla e nessuno sembrano poter incidere sul tuo obiettivo, nemmeno i richiami insistenti di mamma e papà. Ma a noi piace credere che crescendo queste abilità non siano in realtà andate perdute, ma che siano solo state accantonate in un angolo per fare spazio a tutte le altre. Con la calma e la spensieratezza dei giorni di vacanza possiamo, vogliamo e dobbiamo riuscire a farle riemergere, più potenti che mai.

L’augurio che facciamo a tutti voi e a tutti noi è, quindi, quello di vacanze serene e proficue, nelle quali potersi ritagliare dieci minuti per mettersi nuovamente in riva al mare, con il secchiello e la paletta in mano, ma soprattutto con la mente sgombra e la volontà di far riaffiorare la nostra profonda arte con pazienza e creatività.

Buona estate a tutti!