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Un 2015 in tre parole: stimoli, trasparenza, rispetto.

Il 2015 è iniziato da poco ed è tempo di OVObilanci su quello che è stato il 2014 e su ciò che ci aspettiamo per il nuovo anno. In ritardo, direte voi. Non proprio. Considerando cosa vuol dire in campo pubblicitario il periodo che precede la fine dell’anno, giusto ora riusciamo a metterci a mente libera a fare delle lucide considerazioni.

Antiche tradizioni vogliono che con l’arrivo del nuovo anno si gettino gli oggetti più vecchi, facendo così simbolicamente spazio a cose nuove. Una sorta di rito portafortuna, che ha come significato intrinseco allontanare le cose vecchie e negative, che rappresentano un peso, per aprire occhi e soprattutto mente a quelle positive che arriveranno.

Guardando indietro, dunque, cosa speriamo di aver allontanato con la fine del 2014? Da cosa speriamo di esserci liberati? In primo luogo, vorremmo si fosse allontanata da noi la mediocrità, nella quale facilmente si cade quando si parla di comunicazione. È avvilente lavorare quotidianamente, motivati dalla creatività che cerchiamo di non soffocare mai, spinti dalla voglia di alzare sempre più il livello, dei nostri clienti come di noi stessi presi singolarmente, per poi essere violentemente spinti verso il basso dalla mediocrità del pensiero comune, dalle convinzioni malsane che la comunicazione sia solo l’accessorio di un business, facilmente sacrificabile o da ritagliare tra un investimento e l’altro. Come è avvilente cogliere questa stessa mediocrità nei cosiddetti addetti al settore, che convinti della loro scaltrezza contribuiscono a far perdere di credibilità e valore uno dei lavori più belli del mondo. Si potrebbe pensare che la cosa peggiore in questo campo sia l’ignoranza, ma non è così. L’ignoranza è giustificabile e soprattutto è rimediabile. Alla mediocrità non c’è rimedio, chi vi si trova immerso sta bene dove sta e non sente ragioni nell’essere aiutato per uscirne.

Ma questo non è tutto. Insieme alla mediocrità vorremmo poter allontanare l’approssimazione. Vediamo quotidianamente realtà interessanti, con un potenziale talmente alto da poter sbaragliare il mercato di riferimento da qualsiasi competitor, stroncate sul nascere esclusivamente dall’approssimazione, dettata sostanzialmente dalla mancanza di senso imprenditoriale.

Non può esserci azienda se non ci sono persone motivate e professionali, pronte a crescere con l’azienda stessa; non c’è azienda se non c’è un piano di business, che stabilisca da dove si vuol partire e dove si vuole arrivare; non esiste azienda se il piano di business non è affiancato da un piano di marketing. Un piano che permetta alla brand di farsi conoscere, attraverso un compromesso tra ciò che più si reputa importante per la sua comunicazione e ciò che il mondo comunicativo impone. Ma soprattutto un piano che sia una vera e propria dichiarazione di trasparenza per i partner che si devono rapportare con l’azienda.

Ci si potrebbe mai presentare in una concessionaria per acquistare una macchina e dietro la diretta domanda del venditore a proposito del nostro budget di riferimento rispondere con un vago “dipende” oppure “ mah, non era stato pensato nessun preciso budget”? E soprattutto reagire stizziti di fronte ad un prezzo considerato alto? Ma alto rispetto a che riferimento? E collegata a quest’ultimo punto, l’ultima cosa che vorremmo gettarci alle spalle, ma non per importanza è la convinzione più che diffusa che comunicazione sia sinonimo di low cost. La professionalità ha un prezzo, in qualsiasi settore di riferimento. E del resto il modo migliore per sprecare il budget dedicato alla comunicazione è investirne meno di quanto sia necessario.

Ecco che per il 2015 le OVOaspettative possono essere riassunte in 3 parole: stimoli, trasparenza e rispetto. Stimoli che ci permettano di metterci alla prova con nuove sfide, di crescere e dare concretezza alle tante idee che permeano i nostri uffici. Trasparenza da parte dei nostri clienti, che possano realmente concepirci come dei partner dei quali fidarsi e ai quali affidarsi con il massimo della sincerità e della concretezza. E il rispetto, alla base di qualsiasi rapporto che non si accontenti mai di se stesso e che ambisca sempre a spingersi oltre. Speriamo che il 2015 non ci deluda!

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