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Social Media Week 2014

Uno sguardo al futuro della comunicazione social.

“Vivere connessi”.
Con questo motto dalle intenzioni molto chiare si è aperta a fine febbraio la Social Media Week a Milano. Un’intera settimana dedicata ai social network, al loro indiscusso sviluppo, ma soprattutto ai cambiamenti che essi hanno apportato in moltissimi settori, anche in quelli apparentemente più lontani dal mondo social.
Moltissimi esperti si sono alternati in questi 5 giorni no stop, portando la loro esperienza ma soprattutto attraverso essa cercando di stabilire le future evoluzioni di questo straordinario e potentissimo mezzo comunicativo.
Se, infatti, è indiscusso il potere dei social network nella comunicazione personale e pubblica, se è indiscutibile l’esigenza per molte aziende, se non tutte, di ripensare il proprio agire comunicativo anche in funzione dei social, cosa tutto ciò comporti  e in che direzione ci si muoverà in futuro non è altrettanto chiaro.
I più ottimisti vedono nei social la morte di tutte le altre forme comunicative aziendali: basta con i siti, basta con il cartaceo, tutto declinato solo ed esclusivamente nei social in nome della tanto decantata democratizzazione delle idee che essi condurrebbero con sé.
Altri, al contrario, restano ancora molto scettici. I misteri della Rete sembrano davvero indecifrabili e ciò li porta a prenderne le distanze e quasi mistificarli.

La ragione di certo non sappiamo dove stia, ma come più volte capita, essa sembra stare nel mezzo.
I social non possono non essere presi in considerazione da aziende che vogliano comunicarsi e intraprendere un dialogo con i propri consumatori, ma questo di certo non può voler dire che tutta la comunicazione debba essere confinata in essi.
La potenza di uno spot ben costruito o di un cartellone pubblicitario ben pensato e in grado di attirare l’attenzione non è secondo noi messa in discussione.

Quello che ci sembra emergere dalle tendenze e anche da quanto i professionisti hanno esposto nelle 5 giornate di Milano è che la comunicazione social non è una comunicazione semplice, da preferire alle altre perché più immediata, meno costosa e complicata.
“Vivere connessi” comporta un ripensamento delle logiche comunicative, comporta la creazione di figure professionali adatte e comporta investimenti. In caso contrario un post pubblicato su FB, un’immagine caricata su Pinterest o un Tweet lanciato in Rete passeranno inosservati tanto quanto un volantino appeso su una bacheca di una grande piazza.
“Vivere connessi” è una scelta e una filosofia comunicativa, che pone le aziende nella posizione di doversi ripensare, ma soprattutto di doversi affidare alle mani di professionisti che possano trasformare questo slogan in realtà, coerentemente con l’immagine dell’azienda e il suo business di riferimento.
Proprio questo hanno fatto le aziende che hanno portato la loro testimonianza a Milano, proprio in questo sta il loro successo.

Cosa ci riservi il futuro è difficile da capire. L’unica cosa certa è che nel futuro i consumatori non vogliono ritrovare tracce del passato. La parità, l’orizzontalità della comunicazione e l’aspetto dialogico che i social hanno portato con sé sono gli unici punti fissi di cosa il futuro dovrà essere nella comunicazione aziendale.
Le aziende, dal canto loro, non possono farsi trovare impreparate.

Il futuro è ora ed è “vivere connessi”.

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