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Quando le idee
non si trovano in commercio.

Il cambiamento molto spesso non ci piace. Lo ostacoliamo, ci spaventa, ma il tempo ci costringe a progredire, ad adattarci, perchè è sempre in costante mutamento. Il più delle volte cambiare è difficile, ma può risultare positivo perchè ci rende forti, ci permette di evolverci.
Sono questi i momenti in cui nascono le idee migliori, quando la vita ti riversa addosso un problema da risolvere. Ed è proprio da questo tipo di approccio, tipico della nostra cultura artigianale, che sta nascendo una nuova generazione di creativi: i Makers.

L’artigianato è uno dei temi più caldi di questo 2012. Non a caso World Wide Rome, evento legato all’innovazione, quest’anno ha parlato dei Makers “gli artigiani che progettano il futuro”. Ma chi sono questi makers? Tutti.
C’è chi li definisce “creativi del movimento del fai-da-te”, appassionati di hi-tech col pallino di costruire le cose, invece di comprarle già fatte. Coloro che riscoprono la dimensione del fare manuale per arrivare all’innovazione. Sarti, ingegneri, studenti, comunicatori, tutti possono diventare imprenditori di un’idea.

Ma i makers non sono solo i meccanici o i falegnami, se prendiamo le molte piccole software house che vivono e crescono grazie alla creazione di app per i vari device, ad esempio, scopriamo che anche questi sono dei Makers. Sfruttano un saper fare legato alla tecnologia. Ospite di WWR ad esempio, era Massimo Banzi, molto conosciuto negli Stati Uniti per la creazione di Arduino, una scheda open source con cui è possibile creare qualsiasi cosa, o quasi.
La novità è che il prezzo di Arduino è accessibile a tutti. Un computer a 20 dollari. Banzi ha creato questo microprocessore e poi l’ha diffuso praticamente gratis. Da Arduino poi sono nati centinaia di progetti, lo si usa a scuola per approcciare la tecnologia, è amato anche dai bambini per la sua versatilità e facilità di utilizzo.

Ecco di cosa parliamo. Si può continuare a cercare lavoro oppure iniziare a creare lavoro. Gli strumenti ci sono, serve saper mettere in pratica la creatività che sviluppiamo tutti i giorni grazie alla grande quantità di input che ci arriva dal mondo che ci circonda.
Combattere ogni forma di superficialità con la passione, la determinazione, la ricerca. Se fino a ieri potevamo concederci il lusso di contenerci, oggi questo non è più possibile, dobbiamo andare avanti. Solo questo può portarci a vivere appieno il nostro lavoro.
Insomma, in questi tempi di crisi, con la forza delle idee e l’artigianato c’è sempre speranza. Impariamo a fare.

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