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Comunque la giri, nella vita ottieni sempre ciò che paghi!

La qualità non ha prezzo!
Siamo cresciuti con questa consapevolezza e, se vogliamo, con questo indottrinamento. Quando eravamo bambini i nostri genitori facevano sacrifici e soprattutto le nostre madri si adoperavano in tutti i modi per far quadrare il cerchio affinché crescessimo, per così dire, nella qualità. Sarà capitato anche a voi di entrare in un negozio di scarpe e sentire una madre di fronte all'addetta alle vendite pronunciare la fatidica frase "Sono disposta a spendere di più, l'importante è che sia un buon prodotto". Certo. Perché nessuna madre, anche se in difficoltà economiche, rinuncerebbe alla possibilità di mettere ai piedi del figlio un prodotto di qualità.
Nel tempo le aziende e le rispettive azioni di marketing hanno fatto di questa semplice frase la loro ragion d'essere. Nell'acquisto di una macchina, di una cucina, di un cosmetico, di un prodotto enogastronomico di fronte alla domanda del cliente sulla possibilità di abbassare leggermente il prezzo o di cercare prodotti simili con un prezzo leggermente inferiore la risposta del venditore è sempre stata la medesima: la qualità non ha prezzo. Un effetto placebo che riesce a far digerire una grossa spesa o una pura e semplice verità? Noi siamo più convinti della seconda opzione, almeno nella maggioranza dei casi.

Ma un fenomeno particolare sembra affliggere la gran parte delle persone. Nel momento, infatti, in cui si trovano a proporre il loro prodotto, la loro professionalità, il loro lavoro questa massima sembra essere tatuata nel loro DNA, indelebile e inossidabile. Nel momento in cui, invece, si trovano dalla parte opposta del tavolo della trattativa, escono dalla loro realtà di venditori e propositori per entrare in quella di consumatori e ricettori, una grave forma di amnesia li affligge e il nuovo motto diventa: "Questo è il mio budget, o in esso comprendi tutto o troverò chi lo farà". Che sarebbe come entrare in un teatro e pretendere un posto in platea con un biglietto di galleria o aspettarsi sedili in pelle e navigatore satellitare su un'utilitaria modello base.
Il problema del nostro settore, il problema di chi si occupa di comunicazione come noi è e sempre sarà far capire al cliente, oltre al nostro valore, il nostro stesso lavoro, cercando di condurlo oltre la consueta credenza che chi si occupa di comunicazione "giochi" al computer per gran parte delle ore della giornata oppure stia a fissare il muro con la matita in mano in attesa del genio creativo. E sopratutto il nostro problema è far comprendere come esistano modi e modi di svolgere questo lavoro, così come vale per un meccanico, un cuoco e un’addetta alla vendita.

Non è detto che il risultato sia il medesimo solo ed esclusivamente se si parla la stessa lingua e soprattutto non è possibile - in nessun settore, perché nel nostro dovrebbe valere il contrario? - che il trattamento possa essere il medesimo con lo stanziamento di budget differenti. E intendiamoci, per trattamento non intendiamo sicuramente l’educazione, la cordialità e la professionalità del nostro studio, che sono ovviamente le medesime per qualsiasi azienda, piccola o grande, “ricca" o “povera" che sia. Ma intendiamo nel dettaglio il servizio che verrà offerto.

Non andreste mai da un meccanico a pretendere che per la somma di un tagliando debba anche sostituirvi le gomme e correre in vostro soccorso 24h qualora la macchina si blocchi, giusto? Come non pretendereste mai da una parrucchiera che il costo della piega comprenda anche l’esecuzione del colore. Allora perché chiedere ad un’agenzia di comunicazione servizi non compresi nel budget stanziato per un progetto? E perché utilizzare la minaccia del “troverò chi me lo fa a questo prezzo”, annientando la tanto decantata qualità sopra ogni cosa? Credete davvero che chi eseguirà tutti i servizi richiesti al prezzo che decidete voi lavorerà per voi in nome della qualità? Comunque la giri, nella vita ottieni sempre ciò che paghi.

La differenza da sempre risiede in ciò che si desidera ottenere da una relazione, tra persone come tra aziende. OVOstudio non concepisce un rapporto, di qualsiasi natura esso sia, che non sia basato sulla crescita, sulla costruzione sinergica, sulla qualità. Sarà che della mediocrità siamo davvero tutti un po' stanchi e soprattutto non sappiamo più che farcene.