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A volte perché le cose diventino nuove... basta romperle!

Molto spesso è nella frenesia quotidiana che perdiamo gli stimoli che la vita ci offre. Il nostro occhio e soprattutto il nostro cervello non riescono ad essere sempre pronti a lasciarsi stupire da un’immagine, una frase, una scena alla quale assistiamo in tempo reale. Ma quando accade, quando riusciamo a farci colpire da qualcosa in grado di rompere gli schemi della nostra quotidianità, la potenza di ciò che da questa impressione nasce è incredibile. In pochissimo tempo riusciamo a riportare alla memoria esperienze passate, libri letti, parole che abbiamo sentito, le scene di un vecchio film o uno dei primissimi ricordi della nostra infanzia, trovando un collegamento tra stimoli che credevamo completamente distinti. Il tutto grazie a qualcosa che riesce a bucare il muro che quotidianamente costruiamo con il nostro tram tram.

Partiamo dalla fine.
Qualche mese fa abbiamo avuto la fortuna di partecipare ad un Global Summit, una sorta di grandissimo calderone dove per due giorni agenzie di pubblicità e aziende si sono incontrate, per conoscersi e comprendersi meglio e per aprire a nuove collaborazioni. Cosa abbiamo portato a casa? Un grande senso di smarrimento.

Lo smarrimento che abbiamo visto negli occhi dei responsabili marketing, che si sedevano al nostro tavolo non sapendo esattamente perché erano li o, peggio ancora, sapendolo perfettamente, ma essendo anche consapevoli delle enormi difficoltà di portare nell’azienda i cambiamenti necessari. Lo smarrimento che abbiamo visto reciprocamente nei nostri stessi occhi, sentendoci come una macchina, quando vengono aperti tutti i suoi sportelli e suoi interni per essere scrutata fino in fondo da chi con un sorriso dice “In realtà volevo solo curiosare un po’, grazie!”.

Un’esperienza negativa, dunque, direte voi. Non del tutto, diciamo noi. In primis, perché vale sempre la pena conoscere nuove persone e nuove realtà. E in secondo luogo perché quei due giorni hanno rappresentato la conferma di quello che nelle nostri menti già fremeva da molto tempo, ossia la volontà di creare qualcosa in questo mondo tanto bello quanto difficile della comunicazione. In realtà creiamo sempre qualcosa, quotidianamente, per i nostri clienti, che spesso diventano per noi un prolungamento della nostra stessa agenzia, tanto è il coinvolgimento che certi progetti generano in tutto l’O-team.

Lo step successivo, il salto, la svolta, deve essere e sarà creare qualcosa per noi stessi e per la nostra agenzia. Dopo anni di intenso lavoro, di soddisfazioni, di crescita e di miglioramento, sentiamo che quello che ci potrà realmente soddisfare in futuro non sarà più solo continuare, come speriamo di poter fare, a crescere con i nostri clienti, ma sarà crescere in modo indipendente, portando avanti, anche allargando al punto giusto i gomiti, quelli che vogliamo siano i valori della comunicazione, se non altro quella OVOstudiana. Le migliori rivoluzioni ed evoluzioni nascono sempre dall’interno e sembra che quel Summit sia capitato al momento giusto per ricordarcelo e per darci la spinta finale che ci serviva per trovare la carica giusta e partire.

Questo collegamento tra le due cose non è stato immediato. Inizialmente, ha vinto la delusione  di un evento sul quale puntavamo tanto e che ci ha fatti ritornare a casa con più dubbi di quando siamo partiti. Ma come si diceva, a volte basta lasciare all’universo lo spazio per fare breccia in noi e le cose trovano improvvisamente un nuovo ordine. Il connettore che ci ha permesso di mettere in relazione e unire un’esperienza in parte negativa con un progetto che da tempo fluttuava nei nostri uffici senza trovare forma è stata una citazione, letta così, tra tante altre frasi che affollano il web, ma che quel giorno non era come tante altre, non per la nostra mente e per il nostro occhio.

“Se un uovo viene rotto da una forza esterna la vita finisce. Se viene rotto da una forza interna una vita inizia.”.
La conferma che attendavamo, una riflessione tanto semplice quanto fondamentale, per comprendere che non è più tempo di cercare all’esterno ciò che vorremmo per il nostro futuro. È tempo di crearlo dall’interno.